Credo sia importante conoscere un po’ di storia del coaching, per capire meglio la metodologia e le basi sulle quali si appoggia.
Ho pensato quindi di ripercorrere brevemente la storia come l’ho appresa nel mio percorso formativo tramite Incoaching s.r.l. e integrato da me.
Innanzitutto la parola COACH in inglese può significare sia allenatore che carrozza;
possiamo estrapolare il concetto che il Coach è sia un allenatore della mente, sia una persona che accompagna un cliente in un percorso dal punto a al punto b.
Questi sono i principali passaggi storici che hanno creato il coaching moderno, mi limito ad elencarli, nella sezione Free dedicherò un contenuto a ciascun passaggio approfondendolo:
- SOFISTI - GRECIA - 600 a.C.
SOCRATE: famosissimo pensatore e filosofo che predicò tra la gente, nelle strade e nelle piazze.
Fa della capacità di dialogo una vera e propria arte, non lascia traccia scritta del suo lavoro, sarà poi Platone a scrivere il metodo socratico nel Teeteto.
PLATONE: discepolo di Socrate elabora la filosofia dell“io so di non sapere” che è un principio cardine del coaching in quanto il Coach si pone sullo stesso piano del Coachee senza un senso di superiorità, da professore, ma bensì da accompagnatore.
Questi concetti sono poi stati ripresi dalla Psicologia umanistica a metà ‘900 che rispetto alla psicologia classica non si concentrano esclusivamente sulla cura delle menti malate, ma anche allo sviluppo delle menti sane, per aiutare l’uomo all’autorealizzazione.
Il concetto nuovo è che il centro del rapporto è l’educando e non l’educatore.
- NORMAN TRIPLETT - USA- 1861
è uno psicologo appassionato di ciclismo, si accorge che i ciclisti pedalano più veloce in gruppo che da soli, inizia quindi a sperimentare tecniche per stimolare la mente degli sportivi, in modo tale che raggiungano performance migliori.
Triplett inaugura l’era della psicologia sportiva, dove la mente è considerata al pari del fisico e della tecnica anche nelle discipline sportive
- ERIC BERNE - CANADA e USA - 1949
Lo psichiatra elabora l’analisi transazionale, che si basa sul cambiamento di atteggiamento di un essere umano davanti a differenti situazioni.
Berne li definisce “stati dell’io” e li classifica in 3 gruppi: io bambino, io genitore, io adulto. Ognuno di noi ha dentro di sé tutti gli stati, a seconda della situazione, rivela uno stato differente.
- TIM GALLWEY - USA - 1974
è insegnante di tennis di Harvard, durante gli allenamenti nota che senza imporre insegnamenti troppo tecnici e minuziosi, i suoi allievi con il passare del tempo migliorano autonomamente e cambia la propria tecnica didattica.
Tim scopre l’inner game, ovvero il gioco interiore che è all’interno di ogni essere umano, ed elabora la formula della performance. Performance = Potenziale - Interferenza
Gallwey sostiene quindi che le maggiori difficoltà nelle prestazioni sono interne non esterne e inizia a studiare tecniche per gestire le resistenze mentali.
Non possiamo identificarlo come il coaching puro applicato oggi, ma Tim è comunque riconosciuto come il padre del coaching.
- JOHN WHITMORE - UK - 1992
è consulente aziendale e pilota di rally, affascinato dall’ inner game di Gallwey lo vuole applicare nel business, John è anche un golfista amatoriale e sui green ne parla con molti manager aziendali con cui condivide l’amore per il golf.
Whitmore trasmette a Gallwey la propria passione per il golf e Tim dopo anni di studi sui green scrive anche il libro the inner game of golf.
John elabora il modello G.R.O.W. (Goal, Reality, Option, Will)
consapevolezza e responsabilità sono i punti cardini della sua metodologia di sviluppo e crescita personale.
- MARTIN SELIGMAN - USA - ANNI 90
psicoterapeuta e fautore della psicologia positiva, sostiene che la psicologia deve dedicare pari attenzione agli aspetti patologici della persona che al benessere e all’auto realizzazione.
Seligman elabora la formula del Livello permanente di felicità = felicità costituzionale + circostanze della nostra vita + fattori sotto il nostro controllo.
- UNIVERSITÀ’ DI SYDNEY - AUSTRALIA - 2000
è la prima università ad inserire il coaching tra le materie accademiche, le neuroscienze stanno dando valore al coaching, il cervello lavora meglio con domande aperte.
Successivamente in USA le maggiori università iniziano ad insegnare il coaching in maniera più approfondita, oggi negli States è una metodologia molto praticata in ambito business .
- LEGISLAZIONE - ITALIA- 2015
viene regolata la professione del coaching anche nel nostro paese, cercando così di fare chiarezza tra PROFESSIONISTI e fantomatici guru e maghi da strapazzo...
https://www.associazionecoachingitalia.it/coaching-norma-italiana-uni-11601/
Nell’ambito sportivo il la figura del Coach, per non essere confusa con l’allenatore, viene spesso definita Mental Coach.
Il Mental Coach collabora con l’allenatore che lavora sulla tecnica, le due figure sono perfettamente complementari e accrescono le potenzialità dell’atleta e della squadra.
"La carota e il bastone sono motivatori pervasivi e persuasivi. Ma se si trattano le persone come asini, allora loro si comporteranno da asini."
John Whitmore